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Scoprire il Western Australia e sentirsi a casa

Scoprire il Western Australia e sentirsi a casa

Oggi, guardando la cartina dell’Australia, una di quelle come ce n’erano appese nelle classi elementari, ci siamo resi conto davvero dell’enormità dell’Australia. La parte di Western Australia che abbiamo percorso finora, da Perth giù fino alla Valley of Giants, che a noi sembrava una distanza pazzesca, altro non è che uno spicchietto di questa isola gigante del sud del mondo. E quello che sa offrire uno spicchio di Australia è da non credere. E’ difficile non essere rapiti ad ogni cielo stellato, ad ogni spiaggia nascosta e selvaggia, ma magnifica nella sua imperiosità, ad ogni uccello multicolore che ti sveglia con il suo verso la mattina e ad ogni canguro che ti attraversa la strada indifferente, ad ogni sguardo che si perde in un cielo stellato sconosciuto a noi Europei.   Prima tappa, la sorniona Perth e la sua vasta area metropolitana che si adagia verso l’Oceano Indiano con Fremantle come suo storico porto e luogo di primo sbarco in Australia di migliaia di immigranti italiani che dalla fine del XIX secolo al secondo dopoguerra, contribuirono enormemente alla creazione di quella che oggi è un importantissimo porto e una tranquilla ed elegante cittadina.     Tracce d’Italia in questo lato remoto d’Australia ne abbiamo trovate un po’ ovunque. Più che di tracce, dovremmo parlare di “pennellate” d’Italia, che da sempre donano un colore inconfondibile al quadro del Western Australia. La prima, forse non a caso, l’abbiamo scoperta con Roberto e Matilde, due artisti: scultore con la passione del canto lui, disegnatrice, produttrice e venditrice di abbigliamento artigianale lei. Davanti alla statua di sé stesso nelle vesti di pescatore scolpita...
L’Australia targata Italian Dreamtime incomincia da Perth, WA

L’Australia targata Italian Dreamtime incomincia da Perth, WA

Taxii?!? Hostel for Backpackers please… La sveglia, anzi le sveglie (dato che siamo due rimbambiti e lo sappiamo ne abbiamo messe due), suonano o forse non suonano, chi lo sa. Fatto sta che non le sentiamo, ma nemmeno lontanamente. Del resto stiamo dormendo così bene, beati in un letto a castello in una specie di cella 3 metri per 2, moquette luccicante per terra, zero finestre, soltanto una grata nel soffitto con un ventilatore che ogni mezz’ora sussulta… Forse era meglio rimanere nell’aereo, coccolati dalla nostra adorata Cathay Pacific. Beh, Denis si sveglia giusto in tempo alle 9 e mezza, non so come, forse ricordando nel sonno la penale per lasciare la “stanza” oltre le 10. Ci alziamo, doccia, denti e giù di corsa in reception per la consegna chiavi, ma soprattutto per entrare in internet e sperare che finalmente qualcuno ci ospiti sul suo “couch”… Per fortuna un tale di cui non si capisce il nome (forse Mazz??), senza foto profilo, di anni 67 e senza referenze, ci aveva già risposto la sera prima offrendosi di venirci a prendere all’aeroporto. Damn it! Decidiamo di accettare l’invito del probabile serial killer. Mentre lo aspettiamo, facciamo un giro per la città, siamo al centro di una metropoli da 1,5 milioni di abitanti e sembra di essere in una piccola località turistica italiana, traffico inesistente, calma assoluta, ritmi blandi, costumi e infradito ovunque. Ma forse siamo davvero in Italia, la prima persona che incontri appena uscito dall’aeroporto e a cui chiedi informazioni, entri nell’ostello e alla reception c’è un ragazzo italiano che parla con una tipa dall’indubbio abbigliamento nostrano, ti siedi a...

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