Oggi, guardando la cartina dell’Australia, una di quelle come ce n’erano appese nelle classi elementari, ci siamo resi conto davvero dell’enormità dell’Australia. La parte di Western Australia che abbiamo percorso finora, da Perth giù fino alla Valley of Giants, che a noi sembrava una distanza pazzesca, altro non è che uno spicchietto di questa isola gigante del sud del mondo. E quello che sa offrire uno spicchio di Australia è da non credere.
E’ difficile non essere rapiti ad ogni cielo stellato, ad ogni spiaggia nascosta e selvaggia, ma magnifica nella sua imperiosità, ad ogni uccello multicolore che ti sveglia con il suo verso la mattina e ad ogni canguro che ti attraversa la strada indifferente, ad ogni sguardo che si perde in un cielo stellato sconosciuto a noi Europei.
Prima tappa, la sorniona Perth e la sua vasta area metropolitana che si adagia verso l’Oceano Indiano con Fremantle come suo storico porto e luogo di primo sbarco in Australia di migliaia di immigranti italiani che dalla fine del XIX secolo al secondo dopoguerra, contribuirono enormemente alla creazione di quella che oggi è un importantissimo porto e una tranquilla ed elegante cittadina.
Tracce d’Italia in questo lato remoto d’Australia ne abbiamo trovate un po’ ovunque. Più che di tracce, dovremmo parlare di “pennellate” d’Italia, che da sempre donano un colore inconfondibile al quadro del Western Australia.
La prima, forse non a caso, l’abbiamo scoperta con Roberto e Matilde, due artisti: scultore con la passione del canto lui, disegnatrice, produttrice e venditrice di abbigliamento artigianale lei. Davanti alla statua di sé stesso nelle vesti di pescatore scolpita per il molo del porto di Fremantle, Roberto delizia noi e un fortunato pubblico con un vasto repertorio di storiche canzoni italiane, da “ ‘O sole mio” a “Arrivederci Roma”. Matilde lo guarda e sorride cantando, è felice, sono felici. Gli basta una chitarra e la forza del loro legame che li ha spinti a iniziare una nuova vita qui in Australia. Del resto, come dice Roberto: “l’Australia è il nostro Dreamtime”.
Al centro di Freo, come amano qui chiamare Fremantle, piantato quasi con le radici davanti al porto, c’è l’Italian Club. Qui amano riunirsi gli “Italians”, quelli che sono qui da decenni, per giocare a carte, a bocce, guardare le partite della nazionale e della Serie A, fare cene con tanto di estrazione finale ecc. Il Club per loro è un ritrovo e un luogo di svago, ma soprattutto un modo per sentirsi come a casa, in Italia, ognuno nel suo luogo natale. “Peccato che ai giovani d’oggi non importi dei Club, preferiscono uscire e andare in discoteca, o forse sono questi maledetti cellulari che hanno rovinato la socialità, il piacere di stare insieme per una scopa o un caffè…”, ci dice rammaricato Alfredo, Presidente del Club.
A Fremantle c’è anche chi di trasferirsi per partire da capo ed aprire un piccolo ristorante di specialità italiane; sono Ada e Giorgio di Torino, con la figlia Marta che è qui con il Working Holiday Visa. Il ristorante si chiama Parlapà e qui a parlare sono i piatti e la squisitezza della cucina nostrana e il sorriso della famiglia…
Risalendo lungo la costa, a Cattesloe, pittoresco sobborgo di Perth, in cerca di una birra dissetante, siamo spinti dall’ambiente frizzante e dall’arredamento colorato dentro il “lido Italian Canteen”, che scopriamo essere nato come locale da ballo italiano. Dentro, naturalmente, troviamo un cameriere italiano: Renzo, di Imola. Ha 24 anni e mentre ci parla di come vive in Australia, gli occhi gli brillano e il sole, tramontando dietro le veneziane, gli inonda la faccia e il sorriso. E’ nel posto giusto…