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L’Italia di Pasolini

L’Italia di Pasolini

Chi è Pasolini?

Un artista.
Un poeta, un romanziere… Un drammaturgo, un cineasta, un giornalista, un linguista. Un intellettuale…
Forse era un po’ tutto, forse nulla di tutto ciò.

Certo è che anche lui per un tratto della sua vita non ha resistito al fascino del viaggio, della scoperta ed è stato viaggiatore. Nel 1959 percorre infatti la bellezza di 7000 Km a bordo della sua automobile, raccontando l’Italia attraverso immagini e testimonianze di un Paese in bilico tra tradizione e cambiamento.

pasolini-storie-repubblica-interoNel progetto, partorito per la rivista dell’epoca Successo, oltre agli scatti di De Paolo, scopriamo video-interviste un po’ provocatorie, crude, vere; e sullo sfondo del documentario anche tanto tanto materiale scritto. Rapito dai paesaggi e dalle persone che vivono questa magnifica terra che è l’Italia. Sempre molto diretto, Pasolini dice sempre quel che pensa, malizioso ma magnificamente avvincente, coinvolgente… Ogni suo scritto è un attimo, un brivido che rapisce, ieri come oggi… La sua visione di un’Ischia cruda, di Napoli e delle sue insidie… La malinconia del delta del Po, Rimini e il bagnino alla conquista della bionda straniera, la Calabria e i banditi, Catania solare, gioiosa, da vivere… Forse l’Italia di 50 anni fa non era poi così diversa da quella odierna. Sogni nascosti, sogni infranti, sogni… Speranze. Ignoranza, apparenza, nobiltà. Raccontare l’Italia attraverso la penna più geniale  e trasgressiva dell’epoca. Volti e Paesaggi che si intersecano dal finestrino di una fiammante Fiat 1100 del ’59. Un viaggio. Altro non è che un viaggio. In tutta la sua natura. Il fascino dello scoprire posti e persone che ancora non esistono, ma rimarranno per sempre.

L’Italia…. “satura degli elettrodomestici“, l’Italia “dei nuovi turisti“, l’Italia dei pastori e dei contadini, l’Italia dei ricchi, l’Italia delle “donne vergini al matrimonio“, l’Italia. Una lunga strada, fatta di polvere e sabbia, fatta di persone, di luoghi e di storie. Pasolini ci ha indicato la via, ci ha disegnato a modo suo la strada da seguire, ci ha lasciato delle tracce…

Siamo pronti a seguirle. Siamo pronti a raccogliere un’eredità importante per condividerla in tutti i modi da noi conosciuti.

Dove finisce l’Italia oggi nel 2013? I suoi confini sembrano volare lontano… inerpicandosi fin laggiù, nel continente più lontano ma allo stesso tempo più vicino alle nuove generazioni. Questo è il nostro viaggio, la nostra lunga strada di sabbia e sogni: una semplice raccolta di opinioni, ricordi e testimonianze, in bilico tra quello che è stato e quello che sarà…

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La verità non sta in un solo sogno, ma in molti sogni.” P. Pasolini

 

ESTRATTO DA “LA LUNGA STRADA DI SABBIA”

di Pier Paolo Pasolini

PAGINE CORSARE

La lunga strada di sabbia“L’Ionio non è mare nostro: spaventa. appena partito da Reggio – città estremamente drammatica e originale, di una angosciosa povertà, dove sui camion che passano per le lunghe vie parallele al mare si vedono scritte “Dio aiutaci”- mi stupiva la dolcezza, la mitezza, il nitore dei paesi sulla costa. Così circa fino a Porto Salvo. 

Poi si entra in un mondo che non è più riconoscibile. 
Vado verso Crotone, per la zona di Cutro. Illuminati dal sole sul ciglio della strada, due uomini mi fanno segno di fermarmi. Mi fermo li faccio salire. Mi dicono – questa è zona pericolosa, di notte è meglio non passarci. due anni fa, qui, in questo punto hanno ammazzato a uno, un ricco signore, mentre tornava in macchina da roma – ecco, a un distendersi delle dune gialle in una specie di altopiano, Cutro. Lo vedo correndo in macchina: ma è il luogo che più mi impressiona di tutto il lungo viaggio. 
È, veramente, il paese dei banditi come si vede in certi western. Ecco le donne dei banditi, ecco i figli dei banditi. Si sente, non so da cosa, che siamo fuori dalla legge, dalla cultura del nostro mondo, a un altro livello. 
Nel sorriso dei giovani che tornano dal loro atroce lavoro, c’è un guizzo di troppa libertà, quasi di pazzia. 
Nel fervore che precede l’ ora di cena l’omertà ha questo forma lieta, vociante: nel loro mondo si fa così. Ma intorno c’è una cornice di vuoto e di silenzio che fa paura”.

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