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Ubaldo Larobina | Backstage

Ubaldo Larobina | Backstage

Scende fitta fitta, è vero, in Australia non abbiamo trovato molta pioggia, ma oggi sembra davvero una giornata autunnale. Non importa, dobbiamo solo raggiungere la location della nostra intervista.

Oggi saremo ospiti di una casa editrice, anzi “la casa editrice”, infatti questa è la sede giornalistica più importante per gli italiani in Australia… via di corsa con l’ombrello in mano… Il Globo, e soprattutto il suo fondatore Ubaldo Larobina ci stanno aspettando!

 

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Arriviamo in anticipo, saliamo le scale, non è difficile trovare il piano giusto fuori dall’entrata c’è una grande scritta “Il Globo”, ci siamo!

Appena entrati chiediamo di Ubaldo Larobina ma non è ancora arrivato, il traffico oggi a Melbourne sembra essere intenso. Mentre lo aspettiamo ci guardiamo intorno, ci sembra proprio di essere in Italia, un grande bancone come reception, dietro una signora con gli occhiali occupata a rispondere al telefono, ogni tanto si scorge qualcuno sul corridoio che passa da una stanza all’altra, qualche risata e chiacchiera in sottofondo rende piacevole l’attesa.

Non dobbiamo aspettare poi molto, Ubaldo Larobina apre la porta della sede.
È vestito elegante, giacca, camicia, ai polsi i gemelli e naturalmente la cravatta. Nonostante l’aspetto composto e formale ci da subito una buona impressione, il suo sguardo è serio, ma dirigendosi verso di noi i suoi occhi sorridono e ci accoglie invitandoci ad accomodarci nel suo ufficio.
Wow, questo sì che è un bel posto dove lavorare, una stanza spaziosissima, qualche quadro storico appeso, alcune copie delle prime edizioni, tutto ordinato, pulito. In fondo alla stanza la scrivania di Larobina.

 

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Avete presente quando un oggetto dà l’idea di essere vissuto? questa è l’impressione che ci fa la scrivania di Ubaldo, a differenza del resto dell’ufficio è piena di carte, fascicoli, copie di giornale e soprammobili. Quando un uomo vive per il lavoro che svolge lo si vede dalla sua scrivania.

Ci accomodiamo su comode poltroncine e sedie in legno con morbidi cuscini bordeaux, sistemiamo la telecamera. Emiliano controlla il microfono, Francesca si prepara a prendere appunti ed Oriana scatta qualche foto di backstage.

 

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Il team è pronto e parte l’intervista… Etchiù!!!
Siamo già fermi, a qualcuno di noi (si dice il peccato non il peccatore 😉 ) scappa un fragoroso starnuto che porta tutti ad una grande risata… ma si riparte subito, Larobina ci sta invitando a infilare il naso nella sua vita… ed è davvero curiosa!

Ubaldo ha un tono di voce molto pacato, è un piacere ascoltarlo, sembra proprio ci stia raccontando una favola… ma questa è realtà, è la sua vita, piena di sacrifici e sfide.

È tipico di noi italiani, ad un certo punto quella lampadina in testa si accende, ed ecco che totalmente inaspettata, ma nel profondo ben chiara, spunta quell’idea… sì, quell’idea che comporterà la svolta. La grande lampadina che si accese nella testa di Ubaldo riguardava proprio la creazione di un giornale tutto italiano, non un “tabloid” come all’epoca già esisteva, ma di una vera e propria testata giornalistica dedicata a tutti gli italiani in Australia.

Altra caratteristica distintiva degli italiani è la condivisione, infatti anche Ubaldo, decise di parlare di questa sua idea ad un amico connazionale, Tarciso Valmorbida.

Non passò molto che entrambi, rimboccate le maniche, stavano già lavorando a questo nuovo progetto.

Il racconto scivola veloce dalla bocca del nostro intervistato, tutto sembra quasi accaduto con facilità… ma gli occhi di Ubaldo fanno trasparire le fatiche… ed una frase soprattutto ci colpisce

Era lottare contro tutto…ma è andata bene

Ogni volta che vediamo questi occhi pieni di sentimento ci commuoviamo, quasi non ci fidiamo a chiedere la fatidica domanda “Ti manca l’Italia?” ma ogni risposta è così diversa e travolgente che non possiamo non provarci.
Il rapporto che ha Larobina con il Paese natio è davvero particolare, indefinito e forse un po’ malinconico

Non siamo a casa qui, non siamo più a casa in Italia. Non sai cosa sei… abbiamo due patrie invece che una.

Non ci si riflette poi molto sul sentirsi parte di un Paese, di un pezzo di mondo… e sentire le storie degli emigranti ci fa capire quanto sia importante avere delle radici, non importa dove… ma da qualche parte ci si deve sentire a casa.

 

2 Commenti

  1. Angelo Lo Presti

    Un episodio toccante ed emozionante. Ottimo lavoro, sono molto felice di aver scoperto il vostro progetto. Continuate così.
    Angelo

    Rispondi
    • Francesca Novali

      Ciao Angelo, grazie! In effetti Italian Dreamtime è fatto di emozioni, tutte le persone che abbiamo video intervistato hanno lasciato un segno!
      Continua a seguirci 🙂

      Rispondi

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