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Bello onesto emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata

Bello onesto emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata

Cercando di documentarci tra un mare di siti, enciclopedie, servizi Tv del passato, fogli di appunti, libri e quant’altro io ed Emiliano ci siamo imbattuti in questo splendido film – del 1971 – con 2 degli attori più in voga di quegli anni: Alberto Sordi e Claudia Cardinale (vincitrice nel 1972 per questa interpretazione del premio David di Donatello quale miglior attrice protagonista)

8WIJHfKhOndUP35oTMnzzKVn3sbNon siamo qui per fare critica cinematografica, ma per analizzare una commedia che altro non è che una visione un po’ romantica ed un po’ triste dei nostri compaesani emigrati in Australia tanto tempo fa.
Il 1971 australiano di L. Zampa (regista) potrebbe passare benissimo come “contemporaneo” per tanti sogni e stereotipi che dal passato sembrano raggiungere anche i nostri tempi.
I paesaggi quasi irreali del film si sposano con quelli che tutt’oggi sono le aspettative dei nostri giovani emigranti avventurieri; poi la nostalgia per la patria lontana; gli accenti tipicamente italiani nel parlare inglese (“Yes, That’s all right…” tormentone di Sordi con accento tipico romano), la curiosità spesso ignota per quel che sono i costumi e gli usi locali (aborigeni in mezzo alle foreste, sarà vero? partite di footy (sport nazionale australiano) seguite alla radio da poliziotti e medici di guardia… chissà se sarà veramente così).
Poi gli italiani che sembrano sempre voler insediarsi tra “compaesani”. Veglioni danzanti con bandiere tricolori e poster del papa, trecento uomini alla corte di tre compaesane, possibilmente illibate naturalmente. E panini al salame, formaggio e fiaschi di vino dentro la classe turistica (con riduzione IMMIGRANTE) del viaggio in aereo. E dialetti bergamaschi, veneti, napoletani, siciliani e romani che si intersecano. Le scene in aeroporto, un po’ romanzate, raccontano scene realmente vissute da chissà quanti nostri connazionali. Nonne in lacrime che dopo 20 anni riabbracciano figli e nipotini visti solo in fotografia; ma aimè senza riuscire a comunicare con l’anziana signora che non parla una sola parola di inglese; scene di mariti foto alla mano in attesa di mogli – sposate in procura e per corrispondenza grazie a Don Anselmo – che ancora non hanno mai incontrato. La felicità di alcuni, la paura di altri e la disperazione di colei che non voleva l’uomo pelato…

Spesso però questo film sottopone lo spettatore a veri e propri spunti di riflessione.
L’assenza dal paese natio fa allontanare dalla realtà gli emigrati che sognano di tornare in Italia dopo anni di sacrifici,

No beer. No coffee. No cigarettes.
ma ignorano che oggi (nel 1971) 4 milioni di Lire non sono più sufficienti ad aprire un bar. Gli uomini pensano ancora che le ragazze siano vergini… ma Carmela (promessa sposa di Alberto Sordi) di mestiere fa la “mignotta”.
Nel film spesso si fa riferimento a lavori devastanti (in miniera 1000mt sotto terra – il cimitero dei bergamaschi – , nella giungla ad abbattere 30mt al giorno di alberi, per 600Km.
Lavori ben pagati ma… spesso devastanti. Lo stesso Alberto Sordi nel film è colpito dalle convulsioni conseguenti alla malaria e parla di aver sofferto di silicosi (polvere d’oro che si deposita nei polmoni in conseguenza del lavoro nelle miniere).

Chissà cosa ci riserverà l’Australia. Chissà se troveremo ancora un Don Anselmo ad aiutare emigrati italiani nell’esasperata ricerca di compaesane illibate da maritare. Chissà se prevarranno gli imprenditori di successo un po’ furbetti come Giuseppe Garrone, proprietario di una miniera d’oro (nel film) e pieno di soldi e donne; oppure troveremo anche tanti italiani partiti con il sogno Australia e già felici di avere un posto di lavoro, una nuova casa, una nuova famiglia, una nuova speranza. Chissà se troveremo ancora donne disposte a sposare un uomo mai visto dall’altra parte del mondo.

Basta che abbia uno stipendio ed una casa.
Una cosa è certa. L’Australia è una terra vasta, incantevole e sicuramente ancora da scoprire interamente. La nostra missione sarà quella di raccontare un mondo così lontano che attraverso le nostre storie, pardon.. le VOSTRE storie risulterà a tutti più vicino.

 

1 commento

  1. Riccardo

    Sono stato in Australia 3 volte, e confermo che è uno dei posti più belli del mondo, gli italiani, prevalentemente veneti e lombardi si sono integrati perfettamente.
    Un viaggio in Australia, o andarci per cambiare vita, è un qualcosa che consiglio a chiunque, lontanissima, letteralmente dall’altra parte del mondo, ma incantevole e unica

    Rispondi

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