Seleziona una pagina
Alla scoperta degli italiani che hanno modellato il Western Australia

Alla scoperta degli italiani che hanno modellato il Western Australia

Perth è una città sorniona, ma culturalmente molto vivace. Proprio nel periodo in cui siamo stati suoi ospiti, si sono susseguiti, nell’ordine: Australia Day, Fringe World Festival, concerto dei Pearl Jam, Perth Festival, Laneway Festival e concerto di Bruce Springsteen. Mica male per una ventina di giorni! Peccato solo non essere riusciti a trovare i biglietti per i Pearl Jam, mio sogno da anni.

Australia Day - Fireworks

Fuochi d’artificio sul fiume Swan durante l’Australia Day

Perth, che a fine del XIX secolo era considerata come il “luogo dove chiunque poteva diventare milionario”, è una città di grandi imprenditori, che qui hanno fatto la propria fortuna. Guardando l’elenco delle 100 persone più importanti della storia del Western Australia“The business leaders who shaped WA 1829 – 2013”, stilato dall’autorevole quotidiano The West Australian – fa impressione e desta orgoglio notare la grande quantità di italiani presenti nella lista.

Uno di questi è Tony Fini. Nato nel 1931 a Casoli, fra le montagne abruzzesi, parte per l’Australia a 19 anni, solo e determinato a raggiungere il successo. Iniziando dal nulla, da lavori umilissimi, nel giro di pochi anni riesce ad avviare la propria società di costruzioni e diventare leader nel settore edilizio. Conosciamo Mr. Fini quasi per caso, ad una cena alla quale ci ritroviamo, come pesci fuor d’acqua, all’Italian Club di Fremantle. Forse siamo noi prevenuti o forse davvero in Italia non capita molto spesso che una persona dell’importanza e del carisma di Tony Fini, da perfetto sconosciuto, si segga con te mezz’ora, entusiasta di raccontarti la sua storia e di conoscere la tua, ti inviti a cena al Perth Football Club (di cui è naturalmente il socio più influente) e addirittura replichi l’invito a cena, questa volta a casa sua, con la compagna. Eppure in Australia succede, a noi è successo. Ed è stato emozionante ascoltare questo signore di 83 anni raccontare aneddoti della sua storia con una lucidità impressionante, correre da una stanza all’altra in cerca di articoli e documenti, emozionarsi alla vista di una vecchia foto, parlarti di progetti attuali e futuri portati avanti con caparbietà ammirevole. Non si può non restare ammirati davanti ad un uomo che nella sua vita ha raggiunto tutto ma che è sempre rimasto umile, ha sempre aiutato gli altri ed è sempre stato un riferimento attivo per la comunità italiana del WA. Oggi lo è più che mai, perché non può smettere di esserlo, semplicemente non ci riesce. Del resto, come dice lui: “chi si ferma è perduto”.

Tony Fini

Tony Fini seduto alla sua scrivania

Non tutti gli italiani arrivati qui nel dopoguerra hanno avuto lo stesso successo, ma questo dipende da tanti fattori, fra cui anche la fortuna. Ciò che è sicuro, però, è che l’italiano qui in Australia gode di grande considerazione, proprio grazie agli immigrati arrivati negli anni ’50 e ’60. Persone umilissime, ma caparbie e determinate a lavorare sodo e onestamente, superando difficoltà enormi nel partire da zero. E zero significa letteralmente zero: si lasciava l’Italia spesso soli, con una valigia di vestiti, arrivando, dopo un mese e mezzo di viaggio, dall’altro lato del mondo, in un continente immenso, sconosciuto e ancora per lo più selvaggio.

Storie meravigliose, incastonate ormai profondamente nella storia australiana, che puoi cogliere ovunque, come ad esempio sul viso di Michele, originario di Molfetta. La sua faccia è una chiazza di oceano, le sue rughe sono onde, impetuose e imperiture, che raccontano 52 anni passati come pescatore lungo le coste del Western Australia. Guardandolo, sembra di vedere il mare e sembra di sentire De Andrè ne “Il pescatore”: “… e aveva un solco lungo il viso, come una specie di sorriso”.

Michele il pescatore

Michele di Molfetta. Pescatore per 52 anni nel Western Australia

Il sorriso, forse è lo stesso di un altro Michele, Princi. Re fra i produttori e i distributori di carni e insaccati del Western Australia con la Princi Butchers, e non solo. Lo incontriamo nella sua factory e in seguito nella farm, a nord di Perth, là dove Denis incontra finalmente, dopo infinito peregrinare, la propria “strada”: Strickland Road. Mentre accarezza una delle sue caprette, Michele sorride emozionato: “Vedi, questa è la mia passione, è quello che mi rende felice e sono fiero di aver sempre lavorato duramente per offrire un prodotto di qualità alla comunità, seguendo fermamente la tradizione italiana”.

Michele Princi - The butcher

Michele Princi nella sua farm versione San Francesco d’Assisi.

Quello che più stupisce di queste persone è l’umiltà con cui si relazionano a noi scapestrati e scombinati giovani d’oltreoceano, con pantaloncini corti e infradito, macchina fotografica e taccuino. Ci accolgono in casa loro, desiderosi di raccontare e di aiutarci, come Enzo e Maria Iustini o come John Stefanelli, arrivato nel 1950 e oggi a capo di un’azienda di successo, ma soprattutto padre di 5 figli. Siamo seduti in un soggiorno dove ogni cosa parla di Italia, beviamo caffè e mangiamo biscotti fatti da Maria, moglie di John. Dopo 60 anni si amano ancora tanto. Lui ci guarda: “Ricordate: la famiglia è tutto”.

John e Maria Stefanelli

John e Maria Stefanelli davanti alla targa in onore della moglie sul muro della loro casa

Umiltà, famiglia, passione e dedizione al lavoro, sono questi i valori con i quali gli italiani hanno costruito la propria vita in Australia e si sono conquistati un ruolo fondamentale nella storia di questo Paese.

Lì a testimoniarlo, a Perth, pochi anni fa è stato innalzato un monumento in memoria degli immigrati italiani. Sta lì anche ad ammonire i giovani italiani che arrivano numerosi in questi anni, affinché inseguano i propri sogni ma sempre con il duro lavoro, seguendo l’esempio dei propri predecessori.

italian-immigrants-monument

Il monumento in onore degli immigrati italiani a Perth

Pin It on Pinterest

Share This