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Dalle Blue Mountains a Brisbane: on the road lungo la East Coast

Dalle Blue Mountains a Brisbane: on the road lungo la East Coast

Ciao Clacson, piacere di conoscerti! È grande, verde e viola e con una stampa di una donna in stile pin up, è il nostro camper-van di Jucy Rentals che ci accompagnerà per molti, molti chilometri. L’abbiamo chiamato Clacson e sarà un componente essenziale del team durante il nostro viaggio “on the road”. È arrivato il momento di assaporare l’Australia nel modo più consueto ed amato, alla guida di un camper, la nostra casetta mobile per circa una settimana. Queensland aspettaci, Italian Dreamtime sta arrivando!

Siamo pronti, salutiamo la tanto affascinante Sydney per raggiungere Brisbane. Quale strada scegliere per il tragitto? Facile, quella che collega tutte le persone che intervisteremo, sono loro la nostra mappa, i protagonisti del nostro viaggio e come sfondo i paesaggi indelebili di questa terra a testa in giù.

Jucy Camper in Gold Coast

Il mitico “Clacson” che ci trasporterà lungo i 900 km che separano Brisbane da Sydney

 

Ciao Sydney, noi andiamo in montagna!

Prima tappa: Blue Mountains. Ma come? Montagne? Si! A circa due ore da Sydney si possono raggiungere le Blue Mountains e la cosa davvero sorprendente è che in così poco tempo il paesaggio cambia radicalmente, via i palazzi, via gli autobus ed i tram, compaiono alberi, tanti alberi e laggiù in lontananza, uno spettacolo della natura, le chiamano le “Three Sisters”. Sono una conformazione di roccia arenaria dichiarata Patrimonio dell’Umanità. Arriviamo in serata, quindi ci concediamo una cenetta koreana nella cittadina di Katoomba e domani via alla scoperta delle Blue Mountains!

 

Blue Mountains Italian Dreamtime

La visuale sulle Three Sisters e sul parco delle Blue Mountains da Echo Point

 

La giornata è un po’ nuvolosa, c’è una strana atmosfera, siamo avvolti dal mistero fino a quando non arriviamo ad Echo Point…wow! Da questo punto si ha un panorama unico, una distesa di eucalipto e sulla sinistra, loro, le “Three Sisters” che controllano tutto silenziosamente. Entriamo nel parco e per non farci mancare nulla prendiamo sia la “Scenic Skyway” che la “Scenic Railway”. Entrambe due esperienze a stretto contatto con la natura, dalla prima ammiriamo sospesi nell’aria le fantastiche Katoomba Falls, una parte del pavimento della funivia è completamente trasparente e questo rende ancora più suggestiva la vista delle cascate che si lanciano nel vuoto proprio sotto i nostri piedi. Con la “Scenic Railway” ci immergiamo nella più profonda foresta pluviale vivendo anche l’esperienza di viaggiare sulla ferrovia più ripida del mondo. Per arrivare alla partenza della stessa si attraversa la foresta lungo un sentiero che si confonde tra alberi vecchissimi, qualche fiore tropicale, liane e radici che si intrecciano l’una con l’altra. La giornata è lunga per Italian Dreamtime, le prime stelle iniziano a brillare in cielo e noi ripartiamo con Clacson, la prossima tappa è “New Italy” ma la strada da percorrere è molta. Dopo qualche ora di viaggio decidiamo di fermarci a dormire, scegliamo l’overnight rest area di Tanilba Bay. Una cosa davvero bella dell’Australia è questa, lungo le infinite strade che ti portano nei posti più dispersi di questo Paese ci sono numerose aree di sosta attrezzate e completamente gratuite dove ci si può fermare per dormire.

 

“New Italy”, dove tutto iniziò…

 Il giorno seguente, tra chiacchiere e sonnellini, arriviamo dopo un’intera giornata di guida lungo la “Pacific Highway”, a “New Italy”, un museo testimonianza della prima migrazione italiana ed in particolar modo veneta. Anche qui ci sentiamo quasi a casa, degli italiani si possono dire tante cose, ma in quanto ad “arte dell’accoglienza” non ci batte nessuno. Ad attenderci c’è Giovanni Foltran, anche lui veneto nonché custode del Museo “New Italy”. Nonostante il museo sia chiuso, Giovanni è così gentile che ci apre le porte e ci accompagna nella visita. Camminando attraverso le sale riviviamo le difficoltà dei primi italiani arrivati in Australia verso la fine del 1800. Giovanni ci spiega che gli italiani erano discriminati e spesso venivano presi in giro, ma il carattere forte dei nostri discendenti, la loro determinazione e voglia di lavorare, li ha portati a costruire un vero e proprio paese, il primo in tutta l’Australia “New Italy” per l’appunto. Il museo è davvero interessante, riscopriamo vecchi utensili che venivano utilizzati per lavorare nei campi, principale attività dell’epoca. Veniamo incuriositi dai vecchi banchi di scuola ed alcuni disegni e pagelle dell’epoca, sì, perché costruendo il villaggio gli italiani decisero di aprire anche una scuola dove poter insegnare ai propri figli e dove poter mantenere viva la tradizione e cultura italiana!

 

Byron Bay, dove si vive una vita colorata

Il nostro viaggio “on the road” continua, direzione Byron Bay. Avete presente l’idea che tutti generalmente hanno dell’Australia? Ecco, si può dire che Byron Bay racchiuda esattamente lo stereotipo di vita australiana, quell’atmosfera un po’ hippy dove tutti sorridono e sono rilassati, il mare che con le sue onde mozzafiato è costellato di surfisti ed il faro dall’alto di una collina osserva attento tutto quello che accade. Arriviamo con Clacson da Mirko Casagrande, un ragazzo che, oltre essere nostra “preda” per un’intervista, ci ospita molto gentilmente per qualche giorno. La sua storia è particolare, lui è partito dal Bel Paese perché sentiva che l’Australia sarebbe stato il posto giusto per lui, e così è stato. Vive down under da quattro anni, è agente di viaggio e massaggiatore, conosce questo Paese meglio delle sue tasche… se avete voglia di una vacanza quaggiù, adesso sapete a chi rivolgervi! Quando si arriva a Byron Bay si sente un’energia strana, un qualcosa che non ti fa far altro che pensare “che spettacolo vivere qui”, ed ecco il perché: al mattino Mirko e degli amici ci portano al mare, davanti ai nostri occhi una spiaggia infinita dove in lontananza, attraverso un po’ di foschia, si intravedono degli isolotti di roccia, il vento soffia forte e la sabbia viene modellata quasi a formare dei piccoli cornetti sabbiosi che una volta calpestati ti lasciano una sensazione davvero piacevole ai piedi.

 

Byron Bay, Suffolk Park spiaggia

Una passeggiata lungo la spiaggia di Suffolk Park vicino a Byron Bay

 

Tra una risata e l’altra, tra un soffio di vento tra i capelli e i raggi di sole che ci accarezzano, arriviamo in un posto che, davvero è magico. Il profumo che sentiamo è forte, non sappiamo bene come descriverlo, “profumo di natura” può rendere l’idea? Un odore che incontra la verde vegetazione ed allo stesso tempo il mare con la sua inconfondibile salsedine. Davanti a noi il Tea Tree Lake, un lago sacro per gli aborigeni, si narra che qui vengano a partorire le donne aborigene proprio per le proprietà che ha l’acqua, il colore della stessa è simile al rame. Il motivo di questa particolare tinta è dato da un’alga selvatica che vive nel lago, noi non resistiamo, il costume c’è, non ci resta che entrare in queste acque magiche. Un’esperienza davvero unica, sembra di camminare sopra delle nuvole, sopra qualcosa di veramente soffice. Mirko ci spiega che il terriccio del fondo del lago se spalmato sopra la pelle e lasciato seccare al sole rende la stessa più morbida. L’acqua è calda e oltre al piacere di nuotare in questo posto anche gli occhi vengono appagati da un paesaggio circostante davvero particolare. La foresta circonda il lago quasi per abbracciarlo ed il silenzio lascia spazio a pensieri e riflessioni di viaggio e di vita. Questo momento mistico viene interrotto, purtroppo il lavoro chiama e quindi torniamo a casa ad accendere i pc.

 

Se il buon giorno si vede dal mattino…

Il giorno seguente sveglia di buon ora, si va a riprendere l’alba! Ci dirigiamo verso il faro con Mirko, che ovviamente non dimentica la sua tavola da surf, non si sa mai che non ci siano le onde giuste lì ad aspettarlo. La giornata non è proprio serena, ma se c’è una cosa che abbiamo imparato qui in Australia è che la natura è bella sempre e comunque, non serve il sole per vivere emozioni forti… e queste emozioni non tarderanno ad arrivare. Siamo proprio nel punto più ad est dell’Australia e mentre guardiamo i surfisti domandandoci come facciano ad alzarsi così presto per uscire in mare, vediamo qualcosa muoversi nell’acqua, saranno alghe? Saranno branchi di pesci? Scendiamo dal promontorio avvicinandoci alla spiaggia per osservare meglio e… oh mio Dio!!! Sono delfini!

 

I delfini di Byron Bay

Delfini che giocano sulle onde dell’oceano a Byron Bay

 

Saltano e giocano nell’acqua in grande allegria. Restiamo senza parole e dopo qualche secondo di incredulità misto eccitazione afferiamo le nostre armi per catturarli! Cosa avete capito? Le nostre armi sono fotocamere e videocamere pronte a riprendere lo spettacolo naturale che stiamo vedendo con i nostri occhi sbarrati. Siamo ancora pieni di entusiasmo mentre torniamo a casa per fare colazione (non troppo ricca e presto scoprirete il perché) con il resto del team che ci odierà a vita per essersi perso questa bellezza. Pronti, si riparte direzione Casuarina, lì ci aspettano due ragazzi italiani che hanno aperto da poco una loro attività.

 

Dolcezze Made in Italy

Arriviamo a Mamma Mia Bakery, pasticceria aperta da questi due giovani italiani, Luca e Cristian, che hanno deciso di ampliare la loro amicizia ad un rapporto di lavoro. Sono perfetti per un nostro “Italians of Australia” (a proposito googolate #italiansofaustralia e troverete i nostri ritratti) ma prima ci beviamo insieme un buonissimo caffè della moka (e veramente ce lo siamo gustati) e assaggiamo qualche dolce… qualche… beh lo ammettiamo parecchi dolci, biscotti e torte! La cosa che più ci piace è che ogni volta che facciamo un incontro di lavoro, poi inevitabilmente finisce in sorrisi e la promessa di tenerci in contatto!

Mamma Mia Bakery, dolci

I buonissimi dolci sfornati freschi a Mamma Mia Bakery

 

Italian Dreamtime al rapporto è ora di ripartire. Clacson però è stanco e ogni tanto necessita di rifocillarsi, allora scegliamo Surfers Paradise per una sosta dal nostro viaggio “on the road”, due di noi scendono e vanno verso la spiaggia di Broad Beach, “ragazze guardate com’è la spiaggia e se ne vale la pena chiamateci”. Beh, non è servito tornare a chiamare nessuno, semplicemente ci siamo spaparanzate al sole su di una spiaggia infinita, diversa dalle altre, se da un lato c’è l’oceano, dall’altra grandi palazzi, che quasi sembrava di essere a Miami. Per pranzo mangiamo i dolcetti che Luca e Cristian ci hanno regalato e anche dei taralli al peperoncino, ci saranno 35° ma sono così buoni che non resistiamo e li divoriamo in pochi minuti. Ragazzi che onde, che facciamo entriamo? Anche… si! GoPro al seguito e via al divertimento tra queste onde gigantesche. Dei bambini che vedono per la prima volta il mare probabilmente si divertono meno.

 

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